La tradizionale lavorazione del vetro incontra il radical design, raccontando una storia borderline tra Arte e Progetto, legata al design del gruppo Memphis.
Poster di Mauro Olivieri, che reinterpreta la celebre foto del Gruppo Memphis
A place of culture
Altare (SV). Il radical design arriva nel MAV – Museo d’arte Vetraria Altarese. Nel meraviglioso contesto liberty di Villa Rosa, uno splendido edificio in stile sede del museo, è stata inaugurata Sabato 7 dicembre la mostra “Natale SottoVetro”, oramai tradizionale appuntamento del periodo natalizio, giunto alla sua XI edizione. Quest’ultima edizione espositiva è dedicata Gruppo Memphis, collettivo di design fondato a Milano nel 1980 da Ettore Sottsass e sarà visitabile dal 7 Dicembre al 23 Febbraio 2020.
©2019 SUPER-FROM – Federica Delprino e Omar Tonella – Foto allestimento Mostra al MAV di Altare (SV)
Memphis design: sulla mostra
Il team del MAV descrive così l’esposizione in corso:
<< La mostra Da Ettore Sottsass a Marco Zanini. Il vetro negli anni ‘80 propone una serie di oggetti caratterizzanti l’originalità del Gruppo Memphis, dagli elementi di arredo alle estrose creazioni in vetro. Il visitatore potrà quindi godere della straordinaria sperimentazione formale e del caleidoscopico gioco di colori degli oggetti esposti, in un affascinante viaggio tra citazioni storiche, parodie e un nuovo senso di libertà espressiva. >>
What you'll see
Gli oggetti esposti si collocano temporalmente dagli anni Ottanta in avanti e descrivono bene il linguaggio sperimentale che caratterizzava il gruppo creativo di controtendenza. Il sodalizio di questo vero e proprio movimento nasce da un incontro poco formale nell’appartamento di Sottsass a Milano, l’11 dicembre 1980.
Alla serata partecipano Michele de Lucchi, Aldo Cibic, Marco Zanini e Martine Bedin. Il nome MEMPHIS nasce casualmente: il 45 giri si inceppa su una frase della canzone Stuck Inside of Mobile di Bob Dylan: “With the Memphis Blues Again”.
La rottura con il passato
Una mostra che ci mette davanti alle forme eccentriche e i colori accesi proposti dal Gruppo Memphis. Questo gruppo di designer intendeva superare il minimalismo del modernismo e i concetti del design meramente collegati alla funzionalità, facendo forti richiami alla cultura pop popolare.
Questa nuova realtà coinvolse anche grandi nomi come Alessandro Mendini, Andrea Branzi, Nathalie du Pasquier, Michael Graves e Shiro Kuramata. Alcuni tra questi grandi progettisti come Alessandro Mendini e Andrea Branzi erano già coinvolti nel fermento progettuale che si concretizzò nella scuola estemporanea dei GLOBAL TOOLS, che videro protagonisti grandi nomi, tra i tanti, anche Franco Raggi.
Si tratta di una proposta poco consueta per il nostro territorio, gradita ed interessante perché pone l’accento ad un modo di fare progetto differente che ha segnato un cambiamento importante nel modo di fare design.
©2019 SUPER-FROM – Federica Delprino e Omar Tonella
– Foto allestimento Mostra al MAV di Altare (SV)
Vetro e innovazione
L’incontro tenutosi nelle sale di Villa Rosa ha messo in evidenza la relazione tra le lavorazioni del vetro e il modo di fare design del Gruppo Memphis. Il Professor Franco Maria Bobbio Pallavicini, che ha tenuto parte della conferenza, ci ha raccontato che le forme disegnate da Sottsass, Delucchi e Zanini hanno dei contenuti di innovazione tecnica, per quegli anni, non da poco. L’esempio è quello del lavoro di Michele De Lucchi con Antares, un vaso con forme sferiche che richiese circa 7 artigiani a lavorare in contemporanea per costruire l’oggetto.
Risulta chiaro che, per via della loro complessità, alcune delle forme non potevano essere prodotte ed unite con le tradizionali tecniche di formatura a caldo. La manodopera necessaria per ottenere quelle geometrie era davvero molta. Infatti, essendo forme solitamente complesse da realizzare e assemblare, gli oggetti così avevano un costo molto molto alto.
I designer-artisti spinti comunque dai valori del disegno industriale e gli artigiani padroni della tecnica, pensarono così a nuove soluzioni. Venne così utilizzata una colla trasparente che servì a creare i legami e giunti a “freddo” per consolidare le piccole architetture di vetro.
Le silhouette giocose che prendono vita nel vetro derivano ancora prima da quelle già indagate con un altro materiale, la ceramica. Risulta quindi chiaro che materiali differenti richiedono una buona padronanza delle lavorazioni perché da quelle possiamo dare forma, però è altrettanto vero che da nuove necessità progettuali nascono sfide tecniche che nascondono nuove possibilità.
Lo spazio di allestimento
Nella botte piccola si trova il vino buono: è proprio in questo “contenitore” di allestimenti temporanei che troviamo un pezzo di storia del design.
Teche di vetro che contengono vetro, una reiterazione poetica che ci lascia sospesi e incantati fra tradizione e contemporaneità.
©2019 SUPER-FROM – Federica Delprino e Omar Tonella – Foto panoramica dell’allestimento Mostra al MAV di Altare (SV)
Malide, Ettore Sottsass ©2019 SUPER-FROM – Federica Delprino e Omar Tonella – Foto allestimento Mostra al MAV di Altare (SV)
Michele De Lucchi, Vaso Antares, Memphis, 1983
Ph. Studio Azzurro, diapositiva, colore, 35mm
Vetro e innovazione
L’incontro tenutosi nelle sale di Villa Rosa ha messo in evidenza la relazione tra le lavorazioni del vetro e il modo di fare design del Gruppo Memphis. Il Professor Franco Maria Bobbio Pallavicini, che ha tenuto parte della conferenza, ci ha raccontato che le forme disegnate da Sottsass, Delucchi e Zanini hanno dei contenuti di innovazione tecnica, per quegli anni, non da poco. L’esempio è quello del lavoro di Michele De Lucchi con Antares, un vaso con forme sferiche che richiese circa 7 artigiani a lavorare in contemporanea per costruire l’oggetto.
Risulta chiaro che, per via della loro complessità, alcune delle forme non potevano essere prodotte ed unite con le tradizionali tecniche di formatura a caldo. La manodopera necessaria per ottenere quelle geometrie era davvero molta. Infatti, essendo forme solitamente complesse da realizzare e assemblare, gli oggetti così avevano un costo molto molto alto.
I designer-artisti spinti comunque dai valori del disegno industriale e gli artigiani padroni della tecnica, pensarono così a nuove soluzioni. Venne così utilizzata una colla trasparente che servì a creare i legami e giunti a “freddo” per consolidare le piccole architetture di vetro.
Le silhouette giocose che prendono vita nel vetro derivano ancora prima da quelle già indagate con un altro materiale, la ceramica. Risulta quindi chiaro che materiali differenti richiedono una buona padronanza delle lavorazioni perché da quelle possiamo dare forma, però è altrettanto vero che da nuove necessità progettuali nascono sfide tecniche che nascondono nuove possibilità.
Un laboratorio creativo interessante
Collegato all’evento è stato realizzato un laboratorio creativo molto interessante sugli origami. Erika La Cecilia, membro super fondamentale del team MAV, ha proposto a ragazzi fino a 12 anni di lavorare con la carta, costruendo una sedia che potesse avere un design che potesse ricordare la poetica MEMPHIS. Anche questa via di laboratorio risulta essere uno strumento fondamentale per coinvolgere, divulgare far sperimentare la materia del design, e poi dell’arte, a quelli che sono, e saranno “gli utenti finali”. Il design è fatto per le persone, un’attività partecipativa potrebbe colmare la terribili distanza che si sta creando tra di loro e le loro cose.
Lo spazio di allestimento
Nella botte piccola si trova il vino buono: è proprio in questo “contenitore” di allestimenti temporanei che troviamo un pezzo di storia del design.
Teche di vetro che contengono vetro, una reiterazione poetica che ci lascia sospesi e incantati fra tradizione e contemporaneità.
Nami, Marco Zanuso ©2019 SUPER-FROM – Federica Delprino e Omar Tonella – Foto allestimento Mostra al MAV di Altare (SV)